Cos'è il decluttering

Cos’è il decluttering?

Te lo spiego in poche parole

COS’È IL DECLUTTERING?

Decluttering vuol dire eliminazione del clutter.

COS’È IL CLUTTER?

In italiano non esiste un termine corrispondente.
In inglese clutter significa “ingombro disordinato”.
Esiste anche il verbo to clutter: vuol dire “mettere in disordine, accumulare in modo caotico”.

Il decluttering è quindi l’eliminazione degli ingombri disordinati.
Per rendere l’idea del significato più profondo del decluttering, considera che il termine clutter deriva da clot, che vuol dire coagulo. Il clutter è quindi un ingombro, un coagulo che intralcia il corretto funzionamento di una casa.

I maestri di Feng Shui direbbero che è uno dei motivi di disturbo della spontanea circolazione di energia nell’abitazione.

Mi piace definire il decluttering “riordino consapevole”

La questione non è avere la casa ordinata o no.

 

Il problema nasce quando la tua casa diventa un ostacolo per la tua vita, come in questi casi:

  • Non trovi le cose quando ti servono;
  • Non hai idea di cosa ci sia nei tuoi armadi;
  • Cercare documenti ti manda in crisi (la mitica dichiarazione dei redditi!);
  • La tua libreria è piena di libri che non leggerai mai;
  • Non sai cosa metterti alla mattina, ma il tuo guardaroba non si chiude tanto è pieno;
  • Hai dovuto ricomprare qualcosa che non sai dov’è finito, e ti scoccia avere speso quei soldi inutilmente;
  • Il caos sulla tua scrivania o sugli scaffali del tuo ufficio/studio non ti permette di lavorare serenamente.

Cosa vuol dire decluttering e clutter

I disturbi da clutter sono in primo luogo di tipo funzionale: non inviti nessuno perché è troppo faticoso rimuovere il clutter tutto in una volta, hai un garage in cui l’auto non può entrare o una camera degli ospiti che non può ospitare nessuno perché è stipata di oggetti, vuoi dedicarti al tuo hobby, ma non sai dove stare, e poi dove sono finiti gli attrezzi?

 

Gli impedimenti fisici hanno conseguenze psicologiche: un’irritazione di base, che diventa uno stato d’animo permanente, e si ripercuote sui rapporti con gli altri. Un senso di rallentamento, ostacolo, sovraccarico, ristagno che provoca malessere e frustrazione e conduce a una perdita di autostima.

 

Il meccanismo funziona anche nell’altro senso: autostima in crisi, frustrazione e affaticamento portano a cercare distrazione nello shopping compulsivo, costruendo, nei casi limite, vere e proprie “barricate” di cianfrusaglie a protezione dal mondo esterno.

In casi più rari, riconosciuti con il nome di disturbo da accumulo o disposofobia, e diventati tristemente famosi grazie a programmi come Malati di accumulo e Hoarders, il malessere diventa patologico.

In questo caso, si rende necessario un affiancamento psicologico per sbloccare la situazione.

 

Senza arrivare a questi livelli, in tanti soffriamo di disturbi da clutter: perdiamo tempo a cercare le cose che ci servono e denaro per ricomprarle pur avendole da qualche parte in casa. Paghiamo il mutuo o l’affitto per ospitare oggetti che non useremo mai, che troviamo sgradevoli o ci ricordano momenti spiacevoli. Siamo più nervosi e stanchi perchè ci dobbiamo occupare di pulirli, catalogarli, tenerli a mente.

Crediamo di avere bisogno di una casa più grande per ospitare sempre più cose.

Come si fa decluttering?

Fai spazio in casa tua per vivere meglio

Si tratta di selezionare e allontanare da casa gli oggetti che non ti servono più o non ti sono mai serviti, che non ti piacciono o sono legati a ricordi spiacevoli. Facendo spazio in casa, si renderà necessario riorganizzare quel che resta in modo pratico, in base al tuo stile di vita.

Solo chi vive o ha vissuto il problema, sa quanto può essere faticoso anche solo pensare di fare queste semplici azioni.

Lavoriamo insieme

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