la tua casa non è un museo

La tua casa non è un museo!

Traduzione libera di questo post di Karen Kingston. 

Uno dei momenti più commoventi nel capolavoro di Steinbeck, Furore, è quello in cui la famiglia Joad sta per abbandonare l’Oklahoma.

Deve decidere rapidamente cosa portare via, o abbandonare per sempre. Undici adulti e due bambini stanno per salire su un vecchio autocarro senza sapere quale sarà il loro futuro, e c’è posto solo per le cose essenziali.

 

“Come possiamo vivere senza le nostre vite?” si chiede la madre, frugando tra le povere cose della famiglia. “Come potremo riconoscerci senza il nostro passato?”

 

Questo è un decluttering radicale, che ci si augura di non dover mai sperimentare.

Spesso però, chi sta affrontando il proprio clutter si trova a farsi domande simili. Si sente incastrato in una specie di tiro alla fune tra la voglia di vivere il presente e concentrarsi sul futuro,  e la nuova consapevolezza  di poterlo fare solo lasciando andare il passato.

 

IL NOSTRO RAPPORTO CON LE COSE

Siamo nati senza possedere nulla, e non porteremo nulla con noi alla fine. E allora perché ci affezioniamo così tanto alle cose durante la vita?

I neonati iniziano ad avere coscienza del proprio corpo un paio di mesi dopo la nascita, e a un anno di età  ad apprezzare oggetti come pupazzi e copertine. Intorno ai 21 mesi, iniziano a dire “mio” e a litigare per i giochi con gli altri bambini.

Sembra insomma che l’uomo sia programmato per possedere oggetti. Ma ci sono persone che vanno oltre, e arrivano a trasformare la casa in un museo del proprio passato. Mi è capitato di entrare in appartamenti dove il proprietario mi ha spiegato la storia di ciascun oggetto: da quanto tempo è in casa, com’è entrata in suo possesso, cosa stava capitando nella sua vita a quell’epoca, e così via.

Sono spesso storie lunghe e complicate, che richiedono molti dettagli e spiegazioni, e queste persone sono davvero convinte che il loro benessere dipenda dal continuare a possedere tutti questi oggetti, per poter ricordare un particolare episodio del passato ad essi collegato.

Vista con gli occhi di una persona esterna, invece, la casa sembra piena di cose inutili.

 

UN MUSEO DI OGGETTI NON SOSTITUISCE LA VITA

La domanda da farsi in queste situazioni è: “Ho davvero bisogno di ricordarmi di tutte le persone e gli eventi della mia vita? O non è altro che una forma di clutter mentale ed emozionale?”

Tu sei la somma di tutte le tue esperienze di vita, che ti hanno plasmato così come sei ora. Che tu ti ricordi oppure no tutti gli episodi del tuo passato, non cambia nulla: sei l’incarnazione della tua vita fino al momento attuale. Non puoi modificare il passato, ma puoi cambiare il futuro attraverso le scelte che fai ora.

Tutti possono creare un archivio del proprio passato. Lasciare il passato e vivere pienamente il presente, richiede ben più capacità e coraggio. Come mi ha detto una cliente, dopo avere selezionato e lasciato andare il suo personale museo di cose: “Quando davo tutta quell’importanza ad archiviare la mia vita, mi sentivo già morta”.

Aveva capito, come tanti altri, che cullarsi tra i ricordi è limitante. La felicità è nel presente.

 

Foto: hemtrender.com via pinterest

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