Riduci le spese inutili con una semplice domanda
Tempo di saldi…
Ti è mai capitato di acquistare qualcosa in base alla vita che vorresti vivere, a come vorresti essere, ma attualmente non sei?
A me sì! Abiti di una taglia in meno, scarpe col tacco, attrezzi sportivi… E quante volte questi acquisti restano inutilizzati?
Una riflessione che può aiutarci a risparmiare soldi, tempo ed energia!
RIDUCI LE SPESE INUTILI CON UNA SEMPLICE DOMANDA / Apartmenttherapy.com
di Nancy Mitchell – Trad. Silvia Petiti
Ti sarà capitato, riordinando l’armadio, di provare un senso di colpa trovando qualche abito con la targhetta del prezzo ancora attaccata.
O qualcosa che hai indossato una volta sola per poi decidere che non andava bene, ma di cui non ti sei mai sbarazzata perché ti è costato denaro e poi…cosa direbbe tua madre?
A me è capitato tante volte, e dopo molti errori ho sviluppato una specie di “formula magica” che mi aiuta a individuare le cose davvero utili.
La domanda che mi faccio tutte le volte che ho voglia di acquistare qualcosa è: “Lo sto comperando per la mia vita attuale?”
Qui negli USA, gran parte degli acquisti e della pubblicità sono legati a un ideale: non si compera per supportare la vita che si conduce, ma per quella che si vorrebbe vivere.
Una mentalità del tipo: “Se acquisto questo barbecue spettacolare, inizierò a fare meravigliose feste in giardino con i miei amici”.
Solo che il più delle volte non funziona così.
Nonostante le nostre migliori intenzioni, questi acquisti pieni di speranze spesso restano inutilizzati; oppure capita che, avendoli comperati in previsione di qualche evento futuro, essi si rivelino inadeguati alla realtà.
Ad esempio, può capitare che dopo la prima festa tu ti accorga che la griglia comprata qualche anno prima non è quella che ti serve davvero.
Mi sono appena trasferita a New York, dopo quasi due anni di attesa.
Nel frattempo ho ammassato una tonnellata di “roba da New York”, cose che ero sicura mi sarebbero state indispensabili. L’ho accumulata non perché pensassi che non ci sono negozi a New York, ma perché mi sentivo ansiosa riguardo alla mia vita in una nuova città, e mi sembrava di rendere più facile il cambiamento avendo già le cose giuste.
Ora mi ritrovo con maglioni di lana che non riesco a usare perché il mio ufficio è iper-riscaldato, ed enormi e scomodi stivali da pioggia abbandonati in un angolino della casa, dato che dopo una settimana ho capito che mi potevano bastare i soliti stivaletti.
E mi sento un po’ stupida.
Penso che sia una situazione piuttosto comune, favorita subdolamente dal marketing: la trasformazione di ansie e speranze in oggetti da vendere.
Gli oggetti sono affidabili e confortevoli. Puoi guardarli e pensare: “andrà tutto bene a New York, perché ho questi stivali”. È un po’ più difficile vivere nell’incertezza, e rischiare di inzupparti completamente alla prima pioggia, per poi capire che tipo di stivali ti servono davvero.
È più difficile ma anche più economico. E così, sto provando a vivere in questo modo.
Mi chiedo: me lo metterei fuori dal negozio? Lo userò domani?
E se la risposta è no… lo rimetto sullo scaffale.
Qui trovi il post originale.
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Foto: chocolateheels.com
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