Il metodo Kondo un esperimento di riordino

Il metodo Kondo: un esperimento di riordino / 1

Più di tutto, questo:

 

…effettivamente riordinare non è obbligatorio. Non morirete se la vostra casa è in disordine. Sono certa che a molte persone non interessa affatto se non riescono a tenere la casa in ordine. Ma loro non avrebbero mai preso in mano questo libro. Voi, al contrario, ci siete stati indirizzati dal fato e ciò significa che desiderate ardentemente cambiare la vostra situazione attuale, resettare la vostra esistenza, migliorare il vostro stile di vita, trovare la felicità, brillare…. Le persone possono prendersi cura solo di un numero limitato di cose alla volta. E’ per questo che voglio fare tesoro delle cose che amo… Eppure, penso che il riordino debba essere terminato il più velocemente possibile, perchè non è il fine della nostra esistenza… La vita vera comincia dopo aver riordinato.

 

L’ultima pagina del libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino, dice tutto. A volte sentiamo di avere bisogno di “resettare l’esistenza”, di scuoterci dall’immobilità, di modificare una situazione che non ci soddisfa… un modo per farlo è cambiare in modo radicale l’ambiente che ci circonda. La Kondo ci propone un progetto complessivo di riordino della casa: non il classico “un oggetto alla volta”, “un cassetto alla settimana”, ma un’azione sull’intera casa: si inizia e si finisce (nel giro di qualche mese, perchè ribaltare una casa non è azione da poco), e poi, ad esclusione del riordino quotidiano o di periodiche opere di mantenimento, ci si dedica ad altro.

 

Il primo passo è riflettere su cosa si intende per riordino.

 

Intanto, è un lavoro molto personale.

 

Perfino io che mi definisco una professionista dell’organizzazione… non riuscirò mai a riordinare la casa di qualcun altro nel vero senso del termine. Più dei criteri di archiviazione e dei metodi di organizzazione, ciò che è davvero prezioso sono la consapevolezza e il modo di concepire la quotidianità della persona in questione, la personalissima scala di valori espressa dal “di cosa voglio circondarmi nella mia vita quotidiana?”

 

Poi, è un lavoro che tocca aspetti più profondi di quelli materiali.

 

Riordinando si mette in ordine il passato; di conseguenza, si prende coscienza di ciò che conta davvero nella nostra vita e di ciò che invece non serve; di ciò che bisogna fare e di ciò che invece bisogna lasciarsi alle spalle.

 

Esistono due tipi di riordino: quello quotidiano, che consiste nel rimettere a posto quello che si è utilizzato, e quello “eccezionale”, definito anche “riordino – evento”, da portare a termine il più velocemente possibile. Se si procede con troppa lentezza, senza apprezzare cambiamenti visibili, si perde motivazione e si resta a metà strada.

 

La maggior parte della gente elude quello che è il “riordino eccezionale” e si ostina a vivere in case che sono a tutti gli effetti ripostigli, conducendo giorno dopo giorno un’esistenza all’insegna del “riordino quotidiano”: più riordinano, più la casa è in disordine, e così si trascinano gli anni, e poi i decenni…Finchè non si conclude la fase del “riordino eccezionale”, il “riordino quotidiano” è destinato a fallire.

 

Il metodo di riordino indicato è semplice, ma non banale. Secondo Marie Kondo, è meglio applicarlo così com’è, senza inventarsi varianti che servono solo a rimandare.

 

Riordinare non necessita di complesse classificazioni. Le azioni fondamentali da eseguire sono due: buttare via ciò che non serve e trovare una collocazione a quello che rimane. E’ importante ricordarsi che buttare viene prima.

 

E’ la scoperta dell’acqua calda… se non che spesso, nelle operazioni di decluttering, capita di dimenticarsene. Eliminare ha sempre la precedenza, ovvero bisogna creare spazio prima di riorganizzarlo.

 

Il motivo per cui molti incontrano difficoltà a portare a termine semplici operazioni di riordino sta proprio in questo: nel tempo che dovrebbero passare a buttar via le cose, si distraggono con pensieri come: “Dove potrei sistemare questo?”, oppure “Chissà se questo scaffale riuscirebbe a contenere tutto…” e, pensando a come sistemare gli oggetti, interrompono il processo di eliminazione.

 

Nel libro viene utilizzato il termine “buttare”. Io lo sostituirei con “eliminare dalla nostra casa”. Non ha senso buttare oggetti funzionanti, che potrebbero essere ancora utili, per cui a mio parere è importante riflettere sulla destinazione che daremo agli oggetti scartati. Lavoro sui vestiti? Prima di iniziare la fase di eliminazione devo già avere un’idea della destinazione: amici, parenti e conoscenti, associazioni di beneficenza, cassettoni gialli… Devo eliminare libri? So dove portarli? Biblioteche, amici, associazioni, ospedali…

 

E aggiungo: è importante che nel giro di una settimana queste borse lascino la nostra casa, altrimenti rischiamo di ritrovarcele tra i piedi e impantanarci.

 

Ed ora, prepariamoci ad iniziare. Oltre a ciò che abbiamo detto, bisogna avere pronte due cose.

 

– La prima è: una immagine vivida dell’”ideale di vita” cui aspirate.

 

Ovvero: la vita non è riordinare, ma quello a cui potrete dedicarvi alla fine del riordino. Cosa volete ottenere? Perché avete preso in mano quel libro, perchè leggete questo post? Createvi l’immagine della vita che vorreste condurre, e poi chiedetevi il motivo per cui vorreste una vita così. Volete avere più tempo per voi e per chi vi sta vicino? E perché?

 

Se continuerete a indagare sui perché del vostro stile di vita ideale, vi accorgerete di una semplice verità: che liberarsi di qualcosa  o possedere qualcosa serve per essere felici. Nonostante sia una cosa piuttosto ovvia, è importante arrivarci da soli e convincersene, in modo che questo pensiero metta radici nel nostro cuore.

 

– La seconda è un bel cartello, con l’ordine da seguire per effettuare il riordino.

 

Uno dei concetti caratteristici di questo metodo è infatti quello del riordino per categorie. La selezione inizia dopo aver radunato in uno stesso posto tutti gli oggetti appartenenti ad una stessa categoria, in modo da averne sott’occhio la quantità reale. Non si riordina per cassetto, per armadio, per stanza.

 

Pensare che “una volta finito di riordinare la camera da letto passerete al soggiorno” o che “pulirete i cassetti partendo dall’alto” è un errore fatale, perché raramente gli oggetti dello stesso tipo vengono riposti nello stesso spazio.

 

Solo recuperando tutte le giacche, tutte le scarpe, tutti i detersivi, tutti gli oggetti di cancelleria sparsi per la casa avremo un’idea reale della quantità di oggetti che possediamo per ciascuna categoria.

 

Le categorie di oggetti non sono tutte uguali, alcune sono più difficili di altre da affrontare a causa del valore che le contraddistingue. La Kondo ne individua 4 tipi:

 

  • Valore funzionale: “Funziona ancora, non posso eliminarlo!” (ma non l’ho mai usato e non so quando lo userò);
  • Valore informativo: “Un giorno o l’altro lo leggerò!” (ma non so quando);
  • Valore affettivo: “Che ricordi!” (ma non sapevo neanche di averlo in casa);
  • La rarità: “Questo oggetto è unico al mondo!” (idem come sopra).

 

Ecco l’ordine da seguire per non restare bloccati il primo giorno in mezzo a diari e album di fotografie:

 

  1. Vestiti e accessori;
  2. Libri e riviste;
  3. Carte e documenti;
  4. “Oggetti misti”, una categoria molto ampia di cui riparleremo più avanti;
  5. Ricordi e fotografie.

 

La prossima volta parleremo dei criteri di selezione degli oggetti.
Vi aspetto!

Silvia.

 

Citazioni tratte da: Il magico potere del riordino di Marie Kondo, Ed. Vallardi
Foto: idainteriorlifestyle.com via pinterest

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