Il metodo Kondo: un esperimento di riordino / 3 - I criteri di scelta

Il metodo Kondo: un esperimento di riordino / 3 – I criteri di scelta

Seguendo le indicazioni del libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino, abbiamo definito nel post precedente le caratteristiche del “riordino eccezionale” che interesserà la casa intera.

 

  • E’ un lavoro molto personale: ognuno dovrebbe selezionare le proprie cose;
  • E’ un’operazione che conduce a riflettere sul proprio passato, sul presente e sulla propria immagine di  futuro;
  • Esiste un riordino quotidiano, mentre quello “eccezionale” deve avere un inizio e una fine in tempi ragionevoli;
  • Il riordino eccezionale si svolge in due fasi: prima si elimina, creando spazio, e solo dopo si riorganizza quel che è rimasto;
  • E’ importante far uscire di casa in tempi brevi ciò che si vuole eliminare, possibilmente trovando un nuovo utilizzo per le cose ancora funzionanti;
  • Il riordino si effettua per categorie, e secondo un ordine preciso, che permette di affrontare per primi gli oggetti più facili da selezionare, allenando progressivamente le nostre capacità di scelta.

 

Trattare una categoria per volta significa radunare tutti gli oggetti di quella categoria sparsi per casa, spaventarsi un attimo scoprendone la quantità, e iniziare a selezionare cosa conservare secondo l’ormai ultra-famoso criterio: “Does it spark joy?” cioè: “Questo oggetto mi rende felice?”.

 

In poche parole: invece di concentrarci sugli oggetti da eliminare, ci concentriamo su quello che vogliamo conservare. 

 

Quali sono i vestiti che ci piace mettere, i libri e le riviste che vogliamo rileggere, gli attrezzi che funzionano meglio? Secondo Marie Kondo, non è sufficiente aprire gli armadi e dare un’occhiata agli oggetti all’interno per decidere: prendendoli in mano ad uno ad uno, percepiremo una reazione fisica istintiva per ciascuno di essi: una specie di euforia, oppure un senso di sconforto, che ci aiuteranno a scegliere.

 

E se l’istinto ci suggerisce di eliminare un oggetto, e la mente di tenerlo, perché “non si sa mai” o “sarebbe un peccato”?

 

La Kondo ci suggerisce di valutare il vero ruolo che questi oggetti svolgono attualmente nella nostra vita: forse la loro funzione si è esaurita (a volte non ne hanno neanche avuta una), ed è tempo di salutarli con gratitudine e liberare noi stessi e gli oggetti da un legame ormai inutile.

 

Infine, due situazioni che si presenteranno durante il lavoro di riordino e che riguardano chi ci sta vicino…

 

a. Cosa fare di quello che ci sembra ciarpame, e non è nostro ma di un altro componente della famiglia? 

Il suggerimento è: mai eliminare le cose di chi abita con noi, è poco rispettoso. Tra l’altro, è molto più facile individuare il ciarpame nelle cose degli altri che tra le nostre…

Lavoriamo su quello che è di nostra proprietà. Vedrete che l’esempio sarà contagioso.

 

b. A volte, il dispiacere di eliminare oggetti che possono ancora essere utilizzati potrebbe suggerirci di offrirli a parenti e amici.

E invece è meglio di no: non imponiamo ad altri le cose che non vogliamo più, a meno di essere certi che possano servire. Non è gentile spostare il nostro caos in casa altrui.

E impariamo a non accettare ciò che non ci serve e non ci piace, solo per gentilezza, quando ci viene offerto da parenti e amici.

 

Prossima puntata: la prima categoria da riordinare – vestiti e accessori.

 

Ciao! S.

 

Foto: sisterssuitcaseblog.com via pinterest

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